Grazie, Presidente. Sottosegretario, colleghe, colleghi, oggi stiamo discutendo e approvando, tra poco, delle norme che sono state prese in un momento storico diverso, in cui i dati epidemiologici erano molto diversi da quelli odierni e sono norme che oggi possiamo dire che si sono dimostrate efficaci, molto efficaci, se, come ha detto il Presidente del Consiglio ieri pomeriggio, possiamo pensare tra pochi giorni di tornare a una vita quasi normale.
Non vorrei dare al mio intervento un taglio squisitamente tecnico-scientifico, ma queste decisioni che prendiamo oggi e che prenderemo in futuro sono tutte basate e devono essere tutte basate su elementi scientifici oggettivi e non su ideologia. E vorrei oggi, qui, affrontare questo tema, consentitemelo, facendovi ascoltare un po' la voce dei medici, non dei quasi 400 medici e 88 infermieri morti per COVID (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), no, di quelli che, ancora oggi, combattono con una malattia che noi non conosciamo, che abbiamo scoperto adesso e che mai avevamo visto prima. Però vorrei che fosse chiaro a tutti, ancora oggi, dopo 2 anni, che questa che stiamo osservando e provando a curare è una malattia nuova, per cui non vi sembri strano che ogni tanto cambiano le strategie, cambiano le terapie: è necessario questo, perché stiamo imparando qualcosa di nuovo. Anche per questo le nostre parole, a volte, non sembrano adeguate e devono essere adeguate al tempo e al momento in cui viviamo. Questi medici, ancora oggi, sono esausti perché sono molti mesi, quasi due anni, che stanno trascurando le famiglie, i loro cari, i loro affetti, perché, per non lasciare scoperto un turno in ospedale o un giorno in ambulatorio, continuano a lavorare anche fuori dal tempo e continuano a subire aggressioni negli ospedali. E nonostante lavorino, lavorino e continuino a lavorare con ansia e con preoccupazione e con la paura di ammalarsi e di portare a casa il virus e far ammalare nonni, bambini, mogli e mariti, questi medici guardano a noi con grande attenzione e sperano che le nostre decisioni abbiano un potere che li possa aiutare, siano decisioni, cioè, che servano a superare questa pandemia.
Io credo che in questo momento storico si debba essere molto cauti. Ora, si potrà non essere d'accordo con l'obbligo vaccinale, del resto in medicina nessuno può obbligare un paziente a fare una terapia, c'è il rapporto di fiducia che funziona e fa sì che il paziente si fidi e si affidi al suo medico; si potrà non essere d'accordo sul green pass, lo capisco; ma se leggiamo con attenzione e con animo sereno i dati di questi anni e di questi mesi, nessuno potrà negare che sono state delle misure molto efficaci, che ci hanno salvato la vita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Vedete, a un medico in ospedale capita molto spesso di proporre a un paziente una terapia sperimentale, davvero sperimentale, che casomai qualche collega in America sta provando su alcuni pazienti, e quando il medico la propone al suo paziente, gli dice: “guarda, io vorrei proporti una terapia di cui non so ancora gli effetti, ma so che sta funzionando su alcuni pazienti”, il paziente accetta, accetta senza dubbi, perché vede un'ancora di salvezza e una speranza. Ecco, noi oggi abbiamo, grazie ai nostri scienziati, molto più di un'ancora di salvezza e molto più di una speranza: abbiamo un farmaco e delle norme che ci salvano la vita, perché chi non è vaccinato ha un rischio di morire, lo sappiamo, o di andare in terapia intensiva, che è 70 volte maggiore rispetto a chi è vaccinato.
Ma c'è un altro aspetto che voglio raccontarvi, qua, stasera, e che è il danno che si provoca in modo indiretto da COVID, ossia l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva, la quale fa sì che questi medici non possano curare e prendersi cura di tutti quei pazienti con altre malattie. Le malattie cardiovascolari non sono mica finite, non sono mica scomparse, ma non trovano posto negli ospedali e i miei colleghi sono costretti ad affrontare turni massacranti e ad accoglierli in modo non umano e non corretto. Per non dirvi dei malati cronici, dei malati oncologici, che hanno saltato tutti i loro controlli. Questi sono effetti indiretti da COVID sulla salute che noi tra qualche anno misureremo certamente e sarà un disastro ancora più grande del disastro del COVID.
Vorrei dirvi due parole, infine, per concludere quasi, sul dato dei bambini e degli adolescenti: il 70 per cento dei ricoverati sotto i 5 anni, secondo i dati degli ospedali pediatrici, ha una madre o un papà non vaccinato, e la percentuale di adolescenti non vaccinati in terapia intensiva è il doppio di quelli vaccinati. Quei numeri che voi non vedete sulle colonnine che vengono pubblicate dal Ministero, sono numeri piccoli, ma che ci sono: nella fascia 0-3 anni abbiamo 3 mila ospedalizzati, 64 in terapia intensiva e 5 morti; nei bambini da 3 a 5 anni: 800 ospedalizzati, 19 in terapia intensiva, 5 morti. Sono colonnine piccole, ma sono bambini che sono stati in ospedale e di questi alcuni morti.
Infine, fatemi dire due parole sul long COVID, perché di questo dovremo occuparci nei prossimi anni. I miei colleghi stanno osservando sintomi strani, che non capiamo ancora, ma che sono legati probabilmente ancora al COVID. Sappiamo con certezza che più è stata aggressiva la malattia e più il long COVID è importante e ha segni importanti. Per questo motivo i miei colleghi stanno aprendo ambulatori negli ospedali, per seguire questi ammalati. Anche per questo io li voglio ringraziare.
Quindi è evidente che qui non ci si salva da soli, è evidente che non può essere una regione a salvare i suoi abitanti, o una Nazione, ma è tutto il mondo che si salva insieme. E una guerra, ahimè, in questo momento è un amplificatore della pandemia enorme, perché mette insieme tanti uomini nello stesso posto e sarà un disastro anche per questo.
Vi chiedo in quest'Aula da subito di pensare a delle protezioni per gli 8.000 bambini ucraini, che staranno soffrendo (Applausi), non solo per le bombe che cadono adesso, ma per i danni alla loro psiche, per il rumore delle bombe e il dramma che vivranno nei prossimi mesi. Vi chiedo adesso di occuparci di loro, già da subito.
Allora - e concludo in due minuti - aiutiamo i nostri medici e i nostri infermieri a contenere questa malattia con gli strumenti che si sono dimostrati in Europa inequivocabilmente efficaci: vaccino e green pass. Orientiamo le nostre decisioni politiche in base ai dati che gli scienziati ci mettono a disposizione, con umiltà e con ragionevolezza. Oggi quei medici guardano a noi e alle nostre decisioni e sperano che siano prese decisioni serie, efficaci e ben ponderate, nella speranza di tutti, che si possa tornare quanto prima alla vita normale e senza restrizioni, senza però rischiare un'altra volta una grave crisi.
Ultimo tema - che stamattina il mio collega De Filippo ha detto molto bene e anche Elena Carnevali e, adesso, anche Maria Spena -, stiamo approvando oggi anche altre norme. Su una voglio soffermarmi dieci secondi, ovvero i ristori educativi per i nostri ragazzi, che hanno sofferto e stanno soffrendo gli effetti del COVID, non solo per la DAD che hanno dovuto seguire, ma per la riduzione dei loro contatti sociali. Per questi ragazzi abbiamo previsto e stiamo approvando adesso un ristoro educativo, che non è un fatto economico, ma è un'opportunità educativa e culturale, che verrà data a coloro che sono più indietro, più in difficoltà, per provare a far recuperare questo danno e questo effetto che hanno avuto su di loro. Questo è un segnale molto importante, che va sottolineato e va discusso in quest'Aula. Va evidenziato in quest'Aula, perché ci stiamo occupando in modo concreto, intelligente ed efficace di una parte di popolazione che non vota, non è presente, ma che ha sofferto più di noi questo effetto del COVID. Per tutti questi motivi dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).